Milano Adagio, la recensione della guida di Teresa Monestiroli

Milano è per definizione la città che non si ferma mai. Un mix perfetto di innovazione e cambiamenti continui in grado di offrire una proposta turistica e culturale sempre nuova.

Quale banco di prova migliore, dunque, per la riscoperta di un turismo slow?

Con questo obiettivo nasce l’edizione aggiornata di Milano Adagio”, la guida scritta da Teresa Monestiroli per Enrico Damiani Editore e Associati pensata per vivere la città all’insegna della lentezza e dell’autenticità.

A cinque anni di distanza dalla prima edizione di “Milano Adagio” e dal grande successo dell’omonima collana “Gli Adagi”, l’autrice torna a condurci per mano tra le strade e gli angoli più nascosti della sua città, per una pausa rigenerante dalla frenesia quotidiana. A dimostrazione del fatto che, anche nella città più movimentata d’Italia, si possa riscoprire il piacere di una passeggiata silenziosa.

Il bello di questa guida è che non si affianca a quelle tradizionali, dall’approccio canonico, ma si distingue per un concetto guida: lo Slow Looking, ovvero la capacità di osservare il bello che ci circonda con attenzione e senza fretta.

Non solo quindi tante proposte per il tempo libero, ma anche chicche nascoste, dritte per apprezzare ogni singola sfumatura della città osservandola da prospettive diverse, nonché soste culinarie e consigli per godere delle bellezze della città a piccoli sorsi, concedendosi il piacere di tante piccole soste di contemplazione.

Un libro, quindi, da tenere in borsa o nello zaino e da sfogliare all’occorrenza per scoprire che, magari, proprio a due passi dalla fermata del nostro autobus, si nascondono piccole meraviglie che passano in sordina nel tran tran quotidiano.

Altro aspetto che ho trovato poi molto interessante sono le riflessioni dell’autrice: il lettore viene quasi preso per mano e condotto in una passeggiata alla scoperta di una “nuova Milano”, esito dei cambiamenti imposti dalla pandemia che ne hanno inevitabilmente modificato il volto, tra nuove aperture e pezzi storici che oramai sono purtroppo parte del passato.

Eppure, se proprio la pandemia ci aveva momentaneamente insegnato a riscoprire il valore del tempo, ben presto l’abbiamo dimenticato e la città è tornata a viaggiare ai ritmi frenetici di sempre.

Ecco perché l’autrice ci invita ad un cambio di passo, e chissà se attraverso una passeggiata turistica, non abbia voluto lasciarci un messaggio tra le righe per invitarci a riscoprire noi stessi, insieme a ciò che ci circonda.

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